di Anna Laura Longo


La fabbricazione di un corpo performativo inevitabilmente induce ad attraversare uno stato, a vivere un passaggio che possa immettere in una coscienza del fare e in una sorta di fagocitazione temporale costruttiva dove la coesione tra slancio uditivo, visivo e gestuale riesca facilmente a imprimere un segno indelebile e dunque considerevole.
Sarà utile porre alla base di ciascun percorso la variazione e la vitalità delle domande. Il tutto unito a una disponibilità reale a scendere – e quindi vivere – in una sorta di organicità sorgiva e aperta, volta per volta collegata con la fermezza di un necessario impulso di rottura o, invece, con un’estesa esplorazione di una consequenzialità esperienziale. Il riferimento, in termini di consequenzialità, riguarda chiaramente il passato.
Le numerose scelte spaziali e oggettuali – non solo strumentali- saranno scelte “ritmiche” nella misura in cui alimenteranno e conformeranno l’attraversamento e l’indagine, ponendo a confronto slancio e porosità, attraverso un movimento di scioltezza continua artistica e musicale, che si addentri nel vissuto, tra ambientazione scorrevole e imprevedibilità.
In ogni caso la profondità del gesto inedito condurrà spontaneamente verso una fabbricazione dell’ascolto trasformante e trasformativo, che si ponga anche come ascolto di sé. Il risultato potrà essere confortevole o fascinosamente disarticolato.
Il gesto significativo sarà pur sempr garante di una magica travolgenza.










































































Si veda anche la pagina intitolata In assetto performativo
E la pagina Traiettorie pianistiche
https://sfogliareperintravedere.com/traiettorie-pianistiche/